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ESTERNO

Il complesso episcopale di Vescovio comprende la cattedrale e la canonica del XVI secolo.
Si accede al cortile antistante il complesso attraverso una sorta di protiro, databile al XII secolo, recante l’iscrizione ECCLESIA CATHEDRALIS SABINORUM.

L’attuale chiesa è più grande della precedente di epoca romana: quella che ammiriamo oggi è in parte quella ricostruita nell’886. Presenta una semplice facciata a capanna sulla quale si apre l’attuale ingresso, ristretto e decentrato per far posto alla torre campanaria di epoca romanica, probabilmente risalente al X-XI secolo.

Le mura dell’edificio e della torre campanaria sono caratterizzate da un ricco palinsesto murario, costituito da materiali di risulta, da mattoni e pietre locali.

 Panoramica, campanile romanico

Portale d’accesso all’atrio

Ecclesia Cathedralis Sabinorum

Veduta dei resti del convento in cima alla collina

Veduta dell’area archeologica di Forum Novum

INTERNO

La chiesa è costituita da una singola navata terminante in un presbiterio absidato che si imposta su una cripta semianulare e anticipato da due cappelle laterali.

Controfacciata e navata

Quanto rimane della decorazione della controfacciata e della navata centrale venne riscoperto, intorno agli anni ‘30 del secolo scorso, al di sotto di uno strato di calce databile ai primi anni del 1800. Con la sua rimozione ed il conseguente restauro la chiesa tornò al centro dell’attenzione degli studiosi di storia dell’arte. Gli affreschi costituiscono solo una parte di quelli presenti in origine realizzati in epoca romanico-gotica.

Il ciclo pittorico, databile all’ultimo decennio del XIII secolo, è stato da alcuni studiosi attribuito a maestranze romane della scuola del Cavallini. Stilisticamente, l’intero ciclo presenta gli stilemi compositivi della tradizione iconografica del tardo Duecento. La controfacciata è affrescata da una grandiosa rappresentazione del Giudizio Universale.

Al centro è raffigurato il Cristo Giudice con gli strumenti della Passione, assiso in trono entro una mandorla sorretta da angeli, circondato dagli apostoli e Maria. Sulle pareti della navata si sviluppa in due registri un importante ciclo pittorico rappresentante scene tratte dal Vecchio Testamento, sulla parete destra, e dal Nuovo Testamento, sulla sinistra. Uno studioso di storia locale, don Aldo Andreozzi, ha riconosciuto in diverse scene il volto di san Pietro, a dimostrare la veridicità della sua partecipazione alla fractio panis.

Veduta interna della chiesa

Veduta interna

Veduta interna del presbiterio rialzato

Controfacciata con raffigurazione Giudizio Universale

Dettaglio del Giudizio Universale con angeli

Dettaglio del Giudizio Universale con Apostoli e Maria

Giudizio Universale

Cristo in Mandorla

Peccato originale

Cacciata dal giardino dell’Eden

Sacrificio di Isacco

Annunciazione

Particolare dell’affresco della Trasfigurazione

Ultima cena

Il tradimento di Giuda

Crocifissione di Cristo

Le donne al sepolcro

Cristo risorto in Mandorla

Dettaglio della risurrezione con soldati addormentati

Affresco con Madonna Iactans tra angeli

Il pulpito

Sul lato sinistro della navata, accedendo al presbiterio si trova il pulpito, risalente al XV secolo. Questo è costruito riutilizzando pezzi di spoglio risalenti di epoca altomedievale e carolingia.

Il presbiterio

Il presbiterio si innalza al di sopra della cripta e ospita l’altare maggiore e la sede episcopale al centro dell’abside, al di sotto dell’icona della Madonna della Lode.

L’altare, risalente al VII-VIII secolo, è perfettamente in asse con l’altare dell’ambiente inferiore. Gli affreschi che lo decorano, databili tra IX e XI secolo, sono tra i più antichi della chiesa e raffigurano, sui lati, due coppie di cervi che si nutrono di alcuni frutti che pendono dalla croce, mentre sulla fronte, la Vergine con il Bambino tra angeli e santi.

La parete dell’altare presenta un’apertura, detta fenestella confessionis, ai lati della quale sono affrescati Aronne e Melchisedech che consentiva ai fedeli la visione delle reliquie dei corpi dei tre martiri poste nella camera della cripta sotto l’altare. Una curiosità: nel 781 alcuni anziani del luogo furono chiamati a testimoniare,dinanzi ai messi di Carlo Magno, a proposito dell’antica pertinenza del territorio circostante alla Chiesa di Roma. Le loro firme sono ancora leggibili in un angolo della mensa dell’altare.

Pulpito con lastre di epoca carolingia

Frammenti di affreschi di epoca carolingia

Altare maggiore con icona della Madonna della Lode

Madonna della Lode

Madonna con bambino in trono tra angeli e santi

Decorazione laterale dell’altare

Particolare degli affreschi dell’altare

Il transetto

La cappella di sinistra ospita un altare realizzato con pezzi di spoglio di epoca romana-paleocristiana e decorato tra il XVI e il XVII secolo con un affresco raffigurante sant’Antimo, martire e fondatore della Chiesa Sabina, con ai lati i santi martiri Fabio, Basso e Massimo. Un altro affresco raffigura sant’Eutimio, a cui è dedicata la cappella. Sulla parete un grande affresco di san Leonardo di Noblat.

La cappella laterale di destra custodisce un affresco raffigurante san Sebastiano, sant’Antonio da Padova e san Pietro da Verona. Nella stessa, è presente un crocifisso ligneo quattrocentesco di notevole valore artistico. Altri elementi interessanti sono il tabernacolo del 1500 con rilievo in bronzo e superficie dorata, un piccolo fonte battesimale del IX secolo, ricavato da un capitello di colonna romana, e altri pezzi di spoglio.

La cripta

Dalla navata si scende alla cripta semianulare risalente al IX secolo e restaurata nell’XI-XII secolo con l’aggiunta delle ali a oratorio. Il sotterraneo è costituito da tre parti, di cui le due laterali sono ricavate sotto i bracci del transetto. In più punti delle pareti si conservano tracce della decorazione affrescata, risalente alla chiesa altomedievale.

La parte centrale della cripta consiste in un deambulatorio semianulare che conduce all’altare inferiore del Santissimo Salvatore. Sulla mensa dell’altare si apre un arco affrescato e oltre l’altare è situato il vano comunicante con il presbiterio attraverso la fenestella confessionis: la camera delle reliquie dei martiri. Nella cripta si scorgono anche resti di velari dipinti con motivi geometrici.

Altare del Santissimo Sacramento

Tabernacolo cinquecentesco

Fonte battesimale

Altare della cripta

Decorazione a finti velari nella cripta

Veduta degli ambienti di accesso alla cripta

Veduta degli ambienti di accesso alla cripta ritenuta la casa degli Ursaci

Dextarum iuncto su un sarcofago del III secolo

Iscrizione sul sarcofago di Aurelio Ursacio

Lastra decorata di epoca altomedievale

Pastore crioforo

Testi a cura di don Fabrizio Gioiosi, direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali della diocesi di Sabina – Poggio Mirteto, e Annalisa Annibaldi, Irene Marchetti, Francesca Petrillo e Marco Ratini, volontari in Servizio Civile Universitario presso il Centro socioculturale di Vescovio gestito dall’Istituzione Teresiana in Italia